13 dicembre 2013

Rimborsi elettorali: il 2xmille potrebbe anche convenire (a qualcuno)

Con il decreto sul finanziamento ai partiti approvato dal Consiglio dei Ministri, che abolisce i rimborsi elettorali e introduce la possibilità per i cittadini di contribuire con il 2 per mille dell'Irpef, i partiti, alla fine, potrebbero anche non rimetterci troppo rispetto al 2012. Ma dipenderà da loro: dalla loro credibilità e dalla capacità di coinvolgere i propri elettori, facendo loro capire di essere meritevoli di un finanziamento.

Certo, vista l'aria che tira, sarà difficile che un numero consistente di elettori-contribuenti decidano di versare una parte della propria Irpef ai partiti (se non lo fanno i soldi vanno allo Stato, non rimangono al contribuente), ma se ci riuscissero potrebbero avvicinarsi alle quote incassate nel 2012, già più che dimezzate rispetto ai rimborsi monstre degli anni precedenti.

Nel 2012 il montante dell'8 per mille è stato di un miliardo e 150 milioni circa. Auspicando che il Pil cresca, e quindi anche l'Irpef, si può ipotizzare che il due per mille dell'Irpef valga, spicciolo più, spicciolo meno, circa 300 milioni, circa il triplo dei rimborsi del 2012.

Facciamo finta (è un calcolo molto impreciso, gli appassionati di numeri mi perdoneranno, ma è tanto per avere un'idea di grandezza) che la media del contributo Irpef sia una decina di euro (circa l'80% dell'Irpef lo pagano dipendenti e pensionati e ovviamente ci sono grosse disparità).

Se il Pd, tanto per fare un esempio, convincesse i tre milioni che hanno votato alle primarie a devolvere al partito il 2x1000 dell'Irpef otterrebbe, più o meno, lo stesso ammontare dei rimborsi elettorali del 2012.